Premessa
A seguito della manifestazione di interesse e dell’Avviso pubblico di selezione di “Interventi di dragaggio dei fondali marini unitamente alla gestione dei sedimenti estratti” POR Puglia 2014-2020, Asse VII “Sistemi di trasporto e infrastrutture di rete”, Azione 7.4 “Interventi per la competitività del sistema portuale e interportuale", pubblicato prima sul BURP n. 110 del 21/09/2017 e successivamente sul BURP n. 89 del 05/07/2018, il Comune di Morciano di Leuca candidava a finanziamento uno studio di fattibilità teso ad analizzare la fattibilità dell’intervento di dragaggio del Porto di Torre Vado, al fine di dare risposta a tutti gli addetti alle attività portuali, che da anni, a vario titolo, lamentavano una situazione di difficoltà, causata dalla riduzione del tirante d’acqua, dovuta all’ingresso di materiale lapideo e sabbia, all’interno del bacino portuale, difficoltà che hanno determinato una riduzione della funzionalità del porto e delle attività legate a detto settore.
Il lungo iter che ne è scaturito è sinteticamente rappresentato negli atti riportati dall’apposito fascicolo allegato al progetto.
Si evidenzia che, nel corso delle lavorazioni, l’impresa aggiudicataria avrà l’obbligo di svolgere la propria attività in coerenza con i pareri espressi dagli Enti preposti all’approvazione del progetto di che trattasi ed in particolare a tutto quanto previsto dal D.M. 173/2016 e dal relativo Allegato Tecnico.
Obiettivi dell’intervento di dragaggio
Il problema dell’imbonimento (insabbiamento) del porto, sorge per effetto dei venti e delle correnti provenienti dal I e dal IV quadrante, che hanno accumulato depositi sabbiosi all’interno dello specchio acqueo protetto nel corso di circa 20 anni, successivamente agli ultimi lavori eseguiti per la costruzione dei pontili fissi per la nautica da diporto. Si tratta quindi dei venti di tramontana maestra, di maestrale, di ponente maestro, di ponente, di libeccio.
Il progressivo imbonimento dei fondali ha precluso l’uso di parte delle banchine da parte delle imbarcazioni con maggiore pescaggio, come i Pescherecci o le grandi barche adibite a Trasporto Passeggeri, generando condizioni di potenziale pericolo per la navigazione e per l’incolumità dei mezzi nautici, degli Operatori portuali e dei Turisti.
Obiettivo del progetto è quindi quello di ripristinare le quote batimetriche originarie, restituendo completa operatività della struttura portuale e rendere più sicure le rotte di ingresso al Porto e di accosto agli ormeggi, attraverso un’opera di manutenzione impegnativa, qual è il dragaggio dei sedimenti depositatisi nel corso degli anni sui fondali degli specchi acquei del bacino che compone il Porto e su quelli dell’avamporto.
Le quote batimetriche da ripristinare variano da ml -2,50 degli specchi acquei prossimi alla banchina di riva, a ml -3,00 per la restante parte del porto, sino a ml -3,50 per l’avamporto, come si presentavano in origine. prima del trascinamento verso l’interno dei sedimenti ora presenti.
È appena il caso di precisare che, la batimetria originaria che si vuol ripristinare con l’intervento di dragaggio, è quella assunta anche dal regolamento del redigendo P.R.P.